Editoriale

Bruno Riccio


"Provare, sbagliare, riprovare, sbagliare meglio", è con questa citazione di Beckett che si era concluso il secondo convegno SIAA (Società Italiana di Antropologia Applicata) del 2014, quasi un'evocazione profetica visto il successivo sviluppo della rivista dell'associazione, Antropologia Pubblica, che ha visto l'uscita di un primo numero cartaceo contenente, oltre l'editoriale del co-direttore e presidente onorario della SIAA Antonino Colajanni, anche la relazione inaugurale sull'antropologia delle politiche pubbliche di Jean-Pierre Olivier de Sardan e l'apprezzata sezione monografica a cura di Mara Benadusi, dedicata al tema dell'antropologia dei disastri, che si rivela sempre più al centro dell’attenzione nel dibattito internazionale.

Le vicissitudini della casa editrice, oltre ai costi di pubblicazione dei volumi cartacei, hanno comportato un cambiamento di rotta e la continuazione del progetto sotto una nuove e diversa veste. Il cammino riprende con una versione esclusivamente on line (anche se sono richiedibili versioni cartacee) con un nuovo editore, rendendo il processo lavorativo di tipo editoriale più scorrevole, la diffusione degli articoli più ampia e i costi più affrontabili da parte di un'Associazione che, fin dai suoi esordi, ha tentato di facilitare l'accesso a tutti i colleghi, proprio nell'intenzione di aprirsi al di fuori dell'università. Il lavoro redazionale, che per una rivista peer review si presenta piuttosto complesso, rimane identico e l'obiettivo scientifico intatto. Come già scriveva nel suo editoriale del 2015 Colajanni, si desidera "affrontare con piglio moderatamente innovativo un “modo” di fare antropologia, un metodo, una scelta di oggetti di studio, una propensione verso il rapporto stretto tra ilsapere e il fare, tra la conoscenza antropologica e la sua efficacia all’interno di piani di azione sociale".

Anche questo numero si apre con una relazione di apertura di Colajanni, in cui affronta il delicato e controverso tema dell'intervento degli antropologi in ambito militare nelle "missioni di pace" e nelle "guerre non convenzionali". L'articolo è seguito da una focalizzazione monografica a cura di Giovanni Pizza e Andrea Ravenda, sulle esperienze dell'attesa e le diverse retoriche del tempo in campo sanitario. Questo approfondimento emerge dall'evoluzione della sessione di lavoro sul tema all'interno del convegno SIAA 2014 di Rimini, mentre nel prossimo numero, a cura di Angela Biscaldi, l'attenzione verrà focalizzata sul tema dell'etica della ricerca, questione trattata nella tavola rotonda nel convegno SIAA 2015 di Prato.

Tuttavia, è intenzione del comitato direttivo e redazionale della rivista rendere sempre più articolata l'architettura dei numeri, affiancando agli approfondimenti monografici sia singoli articoli scientifici, sia interventi e contributi focalizzati sugli aspetti applicativi della ricerca antropologica e mirati alla definizione, trasformazione e risoluzione di problematiche sociali nei contesti pubblici, nonché dei processi decisionali delle organizzazioni e delle istituzioni. Riteniamo che in questo modo la rivista possa rispecchiare meglio la pluralità interna alle attività promosse dall'Associazione e dai suoi membri. Infatti, uno degli obiettivi dell'Associazione è quello di facilitare occasioni di confronto tra diverse figure di antropologi, dentro e fuori l’accademia, che in vario modo mettono a frutto la loro esperienza in attività di ricerca, consulenza e formazione all'interno di processi e contesti lavorativi diversi, quali la cooperazione internazionale, le politiche sociali e di accoglienza, l'anti-discriminazione, i processi educativi e i contesti ambientali. L’intento è quello di sostenere gli antropologi impegnati nello spazio pubblico e contemporaneamente di incentivare il dialogo con i colleghi universitari. Alla stregua di quanto sta avvenendo da decenni in altri paesi, anche con la sua rivista l'Associazione desidera contribuire a superare lo scetticismo della comunità scientifica nei confronti dell’antropologia applicata nello spazio pubblico.