Editoriale AP 3, 1 2017


Questo numero discute le molteplici e differenti modalità, operative quanto analitiche, in cui il sapere antropologico si declina nelle politiche di asilo, portando in primo piano la complessità e varietà delle esperienze sociali e lavorative degli antropologi in questo campo altamente controverso.

Inoltre, come anticipato l'anno scorso, la rivista, pur mantenendo una focalizzazione su un tema specifico, inizia ad articolarsi in diverse rubriche, che caratterizzeranno anche i prossimi numeri.

Oltre alla citata sezione monografica a cura di Altin, Mencacci, Sanò e Spada, sempre sullo stesso tema si apre un dibattito che ospita opinioni divergenti di Saitta e Cutolo sull'opportunità o meno del coinvolgimento degli antropologi nelle politiche di accoglienza. L'obbiettivo editoriale è che altri colleghi possano partecipare a tale discussione anche nei numeri futuri. Inoltre, la sezione interviste, che in questa sede prende la forma di una conversazione a più voci con Simona Taliani, inizia un'esplorazione nella riflessività professionale degli antropologi impegnati in vari campi. Si chiederà loro di discutere retrospettivamente le esperienze professionali con l'intento di analizzare le sfide, ma anche le diverse ricadute operative del sapere antropologico nella società. Infine, con un review article (e il comitato direttivo e la redazione di Antropologia Pubblica continuano ad invitare anche research articles individuali) di Loce Mandes e una breve segnalazione di Davide Biffi si riapre la sezione recensioni, che mancava dal primo numero cartaceo del 2015. A questo proposito, desideriamo segnalare che questo numero della rivista è stato ripubblicato online ed è ora disponibile free access sulla piattaforma.

Buona lettura

Bruno Riccio